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Catania - Museo Belliniano

Nell'angolo nord-ovest della piazza San Francesco d'Assisi, allo sbocco della via Crociferi in via Vittorio Emanuele; era la casa natale di Vincenzo Bellini; fu innaugurato come museo nel 1930. Da Parigi la salma di Bellini, restituita dal governo francese a quello italiano, arrivò a Catania la sera del 22 settembre 1876. Già da allora fu manifestato il desiderio di molti cittadini di riscattare la casa in cui il Cigno era nato per farla divenire "il sacrario dei cimeli, delle memorie e dei ricordi di Lui". (Benedetto Condorelli). Ma trascorse molto tempo prima che quell'idea potesse passare alla fase di realizzazione.
Nel 1919 si costituì, per iniziativa del Circolo artistico, un comitato che raccolse fondi e li unì a quelli raccolti dal quotidiano romano La Tribuna (fondato nel 1883, giolittiano); alla sottoscrizione parteciparono anche il re e Mussolini.

La casa, poi museo, faceva parte del palazzo dei Gravina Cruyllas, originariamente edificato sulle rovine dell'antico odeon e del teatro greco. Lo stesso Condorelli brevemente così ne fece la storia: "Attraverso eruzioni e terremoti il fabbricato ha subito tanti rifacimenti, ma ne è stata quasi sempre mantenuta l'ubicazione. In questo storico palazzo nel febbraio del 1435 Enrico d'Aragona fu ospitato da un Jacopo Gravina, e più tardi, nel 1552, vi alloggiò pure il Vicerè di Sicilia, Giovanni Vega. MA agli albori del 1800 vi si consacrava l'avvenimento più famoso: la nascita di Vincenzo Bellini".

Il grande evento ebbe luogo "nei suddetti ambienti, posti a primo piano" (tre stanze e due piccoli vani, cui si perviene attraverso il cortile che s'affaccia sulla piazza, per una scaletta: precisamente in un'"alcova con la piccola volta a crociera" alla quale introduce un caratteristico arco frontale.

La casa fu acquistata dal Comune di Catania; fu dichiarata monumento nazionale con decreto del 23 novembre1926; tre anni e mezzo dopo, il 5 maggio 1930, podestà di Catania il nobile Antonino Grimaldi di Serravalle, il museo vi fu inaugurato.
Due targhe di marmo vi furonocollocate. Una all'ingresso, con queste parole: "Per volere di Benito Mussolini, Capo del governo, Duce del fascismo, questa casa ove nacque Vincenzo Bellini veniva dichiarata monumento nazionale con decreto 23 novembre 1926 - anno IV".
Un'altra, accanto alla prima, dettata dal prof. Francesco Guglielmino, reca queste parole: "S.M. Vittorio Emanuele III, il 5 maggio 1930 - VIII, essendo Podestà Antonino Grimaldi di Serravalle, primo visitò questa casa, che ricorda la nascita e l'opera di Vincenzo Bellini.
Il comitato del Circolo Artistico di Catania, che l'aveva riscattata, raccolse, ordinò i cimeli e donò al Comune. - Francesco Anastasi, Presidente del comitato; Benedetto Condorelli, Direttore".

A quella data, modesta ancora la raccolta "dei cimeli e delle documentazioni che hanno avuto e si riferiscono alla vita e all'arte dell'immortale Maestro" (Condorelli); ma negli anni successivi essi crebbero di numero e di importanza. In occasione dell'inaugurazione, Condorelli pubblicò un volume (il museo belliniano - Catalogo storico-iconosgrafico) di 160 pagine, con illustrazioni, a cura del Comune di Catania, da cui può ricavarsi anche la sintesi della topografia del museo e delle ricchezze contenute in esso.
"Sono posti in tale ambiente (l'alcova) il vecchio cembalo, la sedia da piano restituita alla famiglia da Rossini, il tavolinetto "impero" su cui posano cimeli preziosi, un calamaio di legno nero e una cartella di cuoio".

Nella parete dell'alcova, di fronte a chi vi entra per l'arco, in alto, con lettere di bronzo è scritto: "In questa alcova - venne alla luce - Bellini".
È l'ambiente più povero ma, certamente, il più suggestivo della casa-museo. Le cinque sale, secondo la testuale catalogazione del Condorelli (che nel tempo ha subìto lievi modifiche), contengono migliaia di "pezzi", così distribuiti:
* Sala A. - "In questa sala sono esposti tutti i manifesti, programmi, documenti, inviti, verbali, ritratti, stampe, che si riferiscono alla traslazione della salma di Bellini da Parigi a Catania nel settembre del 1876";
* Sala B. - "In fondo a questa sala è "l'alcova ove nacque Bellini" ed ove è posto il cembalo, il ritratto giovanile ed alcuni mobili. Si conservano in questa sala, antistante all'alcova, tutti i ricordi e gli oggetti personali appartenuti al MAestro, nonché le sue lettere e la più completa iconografia belliniana, oltre a tutto quanto ebbe attinenza coi primi tre periodi della vita di Vincenzo Bellini: memorie catanesi, napoletane e milanesi";
* Sala C. - In questa sala si conservano oltre alla "spinetta" del nonno Vincenzo, ai documenti, manifesti teatrali, ritratti dei maestri di Bellini e medagliere, anche le vedute e i ricordi che si riferiscono al soggiorno del Maestro a Londra e a Parigi";
* Sala D. - "Questa sala è dedicata all'opera del grande Musicista. Contiene oltre a delle partiture autografe, grandissima parte degli studi sulle opere. Sono ivi raccolti anche tutti i libretti delle prime recite; gli spartiti nelle loro prime edizioni, e la scenografia delle opere, il gusto e l'interpretazione di un secolo".
* Sala E. - "È la stanzetta funeraria, ove sono conservate assieme ad alcune reliquie preziose, quali una falangetta della mano destra, pezzi della bara originale dissotterrata al Père-Lachaisem del lenzuolo che avvolgeva la salma, ecc..., anche le maschere: quella eseguita dallo scultore Dantan al letto di morte la mattina del 24 settembre 1835 a Puteaux, e quella eseguita nel 1876 in Catania dallo scultore Grimaldi sulla salma mummificata, dopo quarantuno anni.
Vi sono, oltre la bara che nel 1876 servì al trasporto della salma, i paramenti funebrie tutto quant'altro serve ad illustrare i periodi della morte e della traslazione".
Lo stesso creatore del museo vi aggiunse una biblioteca, che contiene una sezione di bibliografia belliniana, con una interessante raccolta di opere critiche, biografiche, opuscoli, fogli volanti e giornali del tempo; altra sezione è quellamusicale con tutte le edizioni antiche e moderne delle opere e dei libretti, trascrizioni, partiture e composizioni di musica sacra".

Nel 1986 il museo è stato saccheggiato .
 
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