Dopo il catastrofico terremoto del 1693, nella
Catania risorta si annovera il Convitto Cutelli, Collegio voluto dal Conte Mario Cutelli.
La sua realizzazione può collocarsi attorno al 1760 e costituisce, dal punto di vista architettonico, un gioiello dell'arte settecentesca. L'opera dell'Abate Giovan Battista Vaccarini non poteva non essere presente nella progettazione di un edificio monumentale che, appunto, il grande architetto preparò, anche se si avvalse dell' aiuto di Francesco Battaglia. Il prospetto neoclassico sulla via Vittorio Emanuele è opera del Battaglia e continua sul lato di via Monsignor Ventimiglia e su quello di via Teatro Massimo. La parte attribuita al Vaccarini, che sappiamo alunno del Vanvitelli, è quella del circolare cortile monumentale che, per la purezza e l'armonia delle forme, si ammira entrando nell'edificio. La bella corte circolare è caratterizzata da un pavimento centrale in bianco e nero. All'interno, sotto il quadrante del grande orologio da torre, situato tra le statue del Tempo e della Fama, vi è un'iscrizione: "Ut praeesset diei et nocti anno MDCCLXX" (Questo orologio fu costruito affinché presiedesse al giorno e alla notte). Le statue del tempo e della fama simboleggiano la rivalità tra le due forze. Degno di menzione è lo scalone di marmo che porta al piano superiore dove si apre l'Aula Magna. In essa sono affrescate le figure delle glorie siciliane appartenenti al mondo scientifico e giuridico (Caronda, Empedocle, Teocrito, Stesicoro, Recupero, Ingrassia, Gioieni) e dove, nel 1837, furono condannati gli insorti contro la tirannia dei Borboni, come ricorda la lapide affissa alla facciata esterna inaugurata il 4 novembre 1926.