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Catania - Cattedrale di Sant'Agata

La Cattedrale di Sant'Agata e' il Duomo di Catania ed è ubicata sul lato est della omonima piazza. È dedicata a Sant'Agata, la santa, vergine e martire, patrona della città di Catania.

La storia della chiesa


Il tempio è stato più volte distrutto e riedificato dopo i terremoti e le eruzioni vulcaniche che si sono susseguite nel tempo. La prima edificazione risale al 1091 e venne realizzata sulle rovine delle Terme Achilliane risalenti ai romani. Già nel 1169, un terremoto catastrofico la demolì quasi completamente lasciandi intatta solo la parte absidale. Nel 1194 un incendio creò notevoli danni ed infine nel 1693 il terremoto che colpì il Val di Noto la distrusse quasi completamente.

La chiesa attuale


L'edificio attuale è opera dell'architetto Gian Battista Vaccarini che disegnò la facciata, in stile barocco siciliano, riedificata, nel 1711, dopo il terremoto del 1693. Il prospetto è a tre ordini compositi in stile corinzio e attico completamente in marmo di Carrara. Il primo ordine è costituito da sei colonne di granito di fattura antica provenienti forse dal Teatro Romano. Il secondo ordine ha anch'esso sei colonne grandi e due piccole poste ai lati dell'ampio finestrone centrale. Tutti gli ordini sono adornati con con statue marmoree di sant'Agata al centro sulla porta centrale, sant'Euplio a destra e san Berillo a sinistra. Il portone principale in legno è costituito da trentadue formelle, finemente scolpite, illustranti episodi della vita e del martirio di sant'Agata, stemmi di diversi papi e simboli della cristianità.

Ai lati della porta centrale, su due alti supporti, sono poste le statue in marmo di san Pietro e san Paolo. La cupola, posta sull'abside, risale al 1802 ed è munita di colonne e ampi finestroni che illuminano la chiesa. Il campanile fu costruito per la prima volta nel 1387 alla sinistra del prospetto, arretrato di circa 70 metri rispetto alla facciata ed era alto oltre 70 metri. La torre a base quadrata misurava circa 15 metri di lato. La sua storia è molto accidentata in quanto subirà diversi crolli e quindi molte riedificazioni. Nel 1662 venne ulteriormente innalzata per l'inserimento di un orologio e fu portata alla vertiginosa altezza di circa 90 metri. Ma l'11 gennaio del 1693, a causa del forte terremoto che investì la città, crollò travolgendo anche la chiesa e sotto le sue macerie morirono oltre 7.000 fedeli raccolti in preghiera. Venne riedificata assieme alla chiesa dopo il terremoto del 1693 ed ha in cima una campana, che è stata rifusa ben sei volte, del peso di sette tonnellate e mezza. Essa è più piccola soltanto alla campana della Basilica di San Pietro in Roma e a quella del Duomo di Milano. Si accede al sagrato attraverso una scalinata in marmo che culmina in una cancellata in ferro battuto ornata con 10 santi in bronzo. Il sagrato è diviso dalla piazza del Duomo da una balaustra in pietra bianca ornata con cinque grandi statue di santi in marmo di Carrara.

L'interno


La pianta della chiesa è a croce latina ed a tre navate. Nella navata di destra, in una nicchia affrescata con un Battesimo di Gesù Cristo, si trova il battistero protetto da una cancellata in ferro battuto. Sul primo altare troneggia una tela di santa Febronia. Difronte all'altare, appoggiata ad uno dei dodici pilastri che separano la navata da quella centrale, si trova la tomba del musicista catanese Vincenzo Bellini.

Il monumento funebre è in marmo bianco e bronzo e porta inciso l'incipit dell'aria de La Sonnambula

«Ah! Non credea mirarti si presto estinto fiore ...»
(Felice Romani)

Il secondo altare ha una grande tela di san Carlo Borromeo, il terzo un quadro raffigurante sant'Antonio di Padova, il quarto una Sacra Famiglia con san Giovanni del pittore catanese Abbadessa e nel quinto altare un'immagine di santa Rosalia. Difronte a questo altare, appoggiato ad un pilastro, è il monumento funebre del vescovo di Catania Orlando morto nel 1839. Nel lato destro della croce latina vi è il monumento funebre del vescovo dell'ultima ricostruzione mons. Pietro Galletti. Esso è il più sontuoso monumento della chiesa, tutto in marmo e riccamente decorato. Proseguendo si trova la cappella laterale dedicata alla Vergine dell'Incoronazione. In fondo alla navata di destra è la cappella più cara a tutti i catanesi.

Protetta da un'alta cancellata in ferro battuto vi è la maestosa cappella dedicata a sant'Agata. Nella parete sinistra di essa si apre la porta dorata finemente decorata che da accesso alla camera sotterranea chiamata dai catanesi " a cammaredda" entro la quale vengono custoditi il busto reliquiario di sant'Agata e lo scrigno con le sue reliquie. Nella cappella, decorata da un affresco che raffigura santa Lucia orante sulla tomba di sant'Agata per invocare la guarigione della madre inferma, vi è il monumento funebre del viceré Ferdinando Acugna grande devoto della martire Agata. Sull'altare della cappella è situato un bassorilievo rappresentante sant'Agata incoronata da Dio con san Pietro e san Paolo con gli evangelisti Matteo, Marco, Luca e Giovanni.

L'altare maggiore situato nell'abside centrale, in stile normanno, è contornato da un coro ligneo a 34 stalli risalente alla fine del XVI secolo dello scultore napoletano Scipione di Guido. Al centro dell'abside realizzata in pietra lavica dell'Etna e risalente alla prima edificazione della chiesa, è inserita una grande finestra monofora del XII secolo con una vetrata moderna. L'altere è in marmo policromo e sulla sommità è presente una base in argento atta ad ospitare il busto reliquiario di sant'Agata nel corso dei festeggiamenti in suo onore.

Nella navata di sinistra esistono quattro monumenti funebri dedicati ad altrettanti vescovi di Catania. Alla fine del braccio di croce sinistro è ubicata la Cappella del SS. Crocefisso opera di Domenico Mazzola (1577). La cappella non è molto luminosa e contiene un grande crocifisso contornato da due statue della Madonna Addolorata e di san Giovanni. Altro elemento importante è una Via crucis. Nella cappella esistono altresì i monumenti sepolcrali di alcuni esponenti della casata aragonese: Federico III (il sarcofago è di probabile età romana), Giovanni, Ludovico, Costanza (quest'ultima moglie di Federico il Semplice). Tornando sulla navata di sinistra si trova il primo altare del messinese Antonio Subba con un San Pietro che consacra san Berillo. Segue il secondo con una tela del 1605 rappresentante il martirio di sant'Agata. Il terzo altare ha una tela del Borremans con un Sant'Antonio abate nel deserto. Il quarto altare presenta una tela del Tuccari con san Filippo Neri. Il quinto altare ha una tela di san Francesco di Paola ed il sesto un dipinto di San Giorgio che uccide il drago. Sull'ingresso della chiesa sorge un grande organo del 1877 e la cantoria.

Il miracolo dell'eccidio scampato


Quando nel 1232 la città di Catania aderì ad una rivolta antisveva, che aveva unito diverse città siciliane, Federico II di Svevia, re di Sicila, venne appositamente con un poderoso esercito per punire la città rivoltosa. Secondo la tradizione, re Federico, infuriato, ordinò di distuggere la città e di uccidere tutti i suoi abitanti, ma revocò l'ordine e si pentì del suo intento quando, assistendo ad una messa in cattedrale, lesse la frase miracolosamente apparsa sul suo breviario "Non offendere la patria di Sant'Agata, poiché è vendicatrice dei misfatti".
 
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