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  Santa Venerina
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Santa Venerina

Storia


Le origini e lo sviluppo di Santa Venerina furono determinati dalla sua posizione di estremo confine tra la contea di Jaci e la contea di Mascali che nel passato la vedeva suddivisa prima in due parti e con la frammentazione del territorio di Jaci, impose un’ulteriore frazionamento. Il torrente Salaro fu per molti secoli confine naturale tra le due contee e proprio questo luogo era attraversato dalla reggia trazzera che da Messina arrivava a Catania. I viandanti che ne varcavano il confine ne dovevano pagare il dazio. Al controllo di tale confine nel luogo vi si stanziarono delle guardie acesi che lo riscuotevano per il senato di Jaci. Con lo stazionamento di questa gente che comincia a delinearsi il primo nucleo abitato ed dall’edificazione di una cappella, dedicata alla patrona di Jaci: Santa Venera. Era quasi naturale che questi acesi oltre a trasferire le proprie masserizie portassero anche la loro devozione ai propri protettori, Santa Venera e San Sebastiano. Analoga situazione lo si ebbe per San Leonardello in cui vi si stanziarono delle guardie di Mascali per il controllo del confine della omonima contea sulla via valeria, che il luogo prese il nome dalla propria devozione a San Leonardo, patrono di Mascali.

L'investimento in questa contrada dovette evidentemente palesarsi conveniente giacché negli anni a seguire gli stessi deputati e molti concittadini e borghesi di Aci acquistarono terre in quelle zone vitalizzante dalla fiera franca, dando inizio al processo di popolamento. Verso il 1850 si ebbe un vero sviluppo demografico ed economico. Le numerose distillerie che sorgevano nella zona e la ricca produzione vinicola, unitamente ad un artigianato molto esperto che ne ha fatto un paese fiorente e economicamente e socialmente sviluppato. Questo sviluppo portò ad alimentare le speranze di unificare il paese sotto un unico comune. La costituzione a comune autonomo di Santa Venerina si ebbe nel 1936 con scorporazione di porzione di territorio dei comuni di Acireale, Zafferana Etnea e Giarre.

La questione comunale


La questione sulla denominazione del nuovo comune vide contrapposti, per decenni, gli abitanti di Santa Venerina e gli abitanti di Bongiardo. I bongiardesi chiedevano, come si legge nei tanti memoriali del Comitato pro bongiardesi, che il parlamento siciliano approvasse la nuova denominazione del comune con il binomio Santa Venerina - Bongiardo o con Bongiardo - Santa Venerina oppure che, a tutela dei diritti e dell'esistenza di Bongiardo, quale centro più antico rispetto a Santa Venerina, sia concesso di ritornare al comune di Zafferana Etnea. La vicenda però si risolse negativamente per Bongiardo in quanto il parlamento siciliano nel 1950 rigettò le istanze di modifica della denominazione del comune e dello smembramento del territorio comunale.

Le Frazioni


Il comune di Santa Venerina insiste su un territorio denuclearizzato che comprende oltre al capoluogo, che è formato dai quartieri di Santa Venera, Sacro Cuore di Gesù e dal quartiere-paese di Bongiardo, anche dalle frazioni di:
Linera che con i suoi 2500 abitanti è la piu popolosa ed estesa delle frazioni, ed è suddivisa in quartieri: Centro, Cosentini e Maria Vergine; Dagala del Re, posta a nord del capoluogo; Monacella, è la frazione più in quota del comune. Inoltre, racchiude numerose aree abitate, poste su tutto il territorio.
 
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