Logo Splash Sicilia
Sicilia
 
Registrati Dimenticata la password?
*
adattabile

  Ferla
 
Ferla

Geografia



Ferla dista 42 chilometri da Siracusa. È nella parte ovest della provincia ed è sui monti Iblei. Ferla dista inoltre 70 chilometri da Catania.

Storia


Ferla, paese che sorge verso il Fiume Anapo ha origini remote. L'attestazione documentaria più antica risale al 23 luglio 1269, dal quale viene stipulato un accordo tra il barone di Ferla Perrucchio Lanza e Damiano Rubeo barone di Xirume al fine di risolvere delle questioni riguardanti i pascoli nei territori incolti. Tuttavia grazie alle recenti indagini archeologiche si calcola che il territorio di Ferla, era già abitato prima della colonizzazione greca dell'VIII Sec. A.C.

Lo testimonierebbero i ritrovamenti archeologici e le stesse notizie intorno al Castel di Lega. La comunità insediata su tale castello doveva essere situata sulla collina denominata “Castello” a sud dell'attuale abitato. Tracce di necropoli e di abitazione rupestri, ancora oggi documentano l'esistenza di un nucleo abitato di età pre-greca in tale sito e nelle immediate vicinanze. Gli studi archeologici e filologici lasciano chiaramente capire che “Ferula” non è quel moderno castello, ma un antico centro sorto durante la stagione medievale in un sito in cui le testimonianze preistoriche greco-romane paleocristiane si erano abbondantemente sovrapposte.

Con i normanni il territorio di Ferla divenne baronia di Goffredo, figlio del conte Ruggero. In seguito passò al Pallancino e quindi ad altre famiglie nobili di Sicilia. Nel 1625 divenne marchesato e passò a Giuseppe Rau e Grimaldi da Noto. I diritti baronali si estinsero con Francesco Tarallo Borgia. La presenza di una, seppur limitata, comunità umana nel luogo è confermata anche negli anni della evangelizzazione cristiana e nelle età successive. In tal senso il piano di San Sebastiano va visto come luogo centrale di un nucleo urbano scelto da un popolo che qui ha mantenuto con continuità, dall'età ellenistica ad oggi la sua presenza. Il centro urbano fu ampliato e delineato come città nell'età normanna ed è forse da tale momento storico che assunse la denominazione attuale. Ma stando ad un'altra testimonianza, il nome fu cambiato dagli abitanti di Piazza Armerina, che in gran parte vi emigrarono, prendendo forse spunto da molti alberelli di ferula che crescono nella zona. Dal nome ferula ricavarono dunque Ferla. Lo stemma municipale ricorda, infatti, l'origine del nome e riproduce l'alberello della Ferula.

Per quanto riguarda la composizione urbana c'è da dire che Ferla, prima del terremoto del 1693 ,doveva avere un impianto planimetricamente irrazionale perché condizionato dalla notevole accidentalità del suolo su cui sorgeva l'abitato. Il paese si sviluppava sul piccolo pianoro che si estende dalla Matrice al Carmine e poi da qui scendeva seguendo le pareti scoscese che conducono a valle, in contrada “Ronco”. Il terremoto, cancellò per intero la cittadina medievale comportando la perdita di 800 abitanti. Da quella data in poi il centro abitato fu costruito più a Nord, da quello antico fu ripreso solo la parte in piano e quella ruotante intorno alla chiesa Madre e alla chiesa di San Sebastiano. Nelle zone scoscese, come è ancora oggi evidente grazie alla conservazione di un ampio complesso di ruderi a sud del quartiere Castelverde, l'architettura non fu più ricostruita a scopo abitativo anzi, in alcuni casi fu usata per ricavarne degli orti e delle stalle.

I Monumenti


* Chiesa di San Giacomo
* Chiesa di San Sebastiano Martire
* Chiesa del Carmelo
* Chiesa di Santa Sofia
* Convento dei Frati Minori Cappuccini
* Chiesa di Santa Maria di gesù, Convento dei Frati Minori Riformati
* Chiesa della Madonna delle Grazie
* Chiesa di Sant'Antonio Abate.

* Chiesa di San Sebastiano
San SebastianoLa chiesa di San Sebastiano è la più grande del paese; fu costruita nel 1481 ma venne completamente ricostruita dopo il terremoto del 1693. L'interno è a tre navate e conserva reliquie di San Giovanni Battista, San Sebastiano, Santa Lucia e Santo Stefano. La facciata esterna è impreziosita dall'apparato plastico del maestro Michelangelo Di Giacomo, raffigurante il Santo affiancato da due soldati e due mori che reggono le volute dell'architrave.

* Chiesa di Sant'Antonio Abate
Originariamente (nel sec. XVI) era ubicata nella parte bassa dell'abitato, il terremoto la distrusse interamente; la ricostruzione avvenne nell'attuale sito, al centro del nuovo abitato, nel settore sud-ovest dei quattro canti.

L'impianto a croce greca fu disegnato subito dopo il terremoto del 1693, la costruzione fu però portata avanti per oltre un cinquantennio. Le dimensioni stabilite furono di 33 m. per ogni asse della croce. L'esterno, particolarmente interessante, è composto da una sinuosa facciata barocca costruita da tre corpi concavi di cui i due laterali sono coronati da celle campanarie. La Chiesa si stacca dal prototipo gagliardano della facciata-torre, modello tanto spesso usato nei piccoli centri iblei lungo tutto l'arco del Settecento, ma della scuola del Gagliardi porta notevoli segni: nelle sagome del portale e delle nicchie, nei particolari decorativi e innanzitutto in quel frenetico movimento di tutto l'insieme.

L'interno è uno spazio dinamico, tipologicamente nuovo e raramente usato. La volta della cupoletta ottogonale è un ricamo eccezionale di fregi, di affreschi, di stucchi. L'affresco centrale raffigurante il trionfo di S.Antonio è del Crestadoro cosi come gli altri riquadri e la lunetta di San Matteo. La cupoletta della torre campanaria sinistra cadde in seguito al terremoto del 1908. All'interno, in apposite nicchie si conservano pregevoli sculture del Settecento raffiguranti Santi cari alla devozione religiosa dei ferlesi.

Appuntamenti


* La Santa Pasqua
La festa più sentita e festeggiata a Ferla è la Santa Pasqua. Ogni anno si rivive il mistero della Passione, Morte e Resurrezione di Gesù con riti e processioni. Nel corso del tempo sono andate perdute funzioni come i sabati di quaresima, la rappresentazione sacra della Passione, l’Opira Santa e a calata a tila, così come sono scomparse le confraternite di San Sebastiano e Sant'Antonio che una volta avevano un ruolo importante nello svolgimento della festa. L'anacronismo di alcuni momenti concorre a rendere particolare la Pasqua a Ferla rispetto ad altre zone d'Italia: la processione do “Signuri a Canna”, il Giovedì Santo; dopo la messa in “Coena Domini” e la deposizione del Sacramento, inizia la visita da parte dei fedeli ai “Sepulcri”, altari addobbati con fiori, candele e il tradizionale grano germogliato. Il Venerdì Santo si commemora la passione di Cristo in un clima di intenso fervore religioso. Le processioni, immerse in un'atmosfera particolarmente spirituale, hanno inizio nel pomeriggio con la processione do “ Signuri a Cruci” e dell’Addolorata. La sera dopo la predica delle “sette Parole” ha luogo la funzione da “Scisa a Cruci”, in cui Gesù, deposto dalla croce, viene sistemato nell’urna ("a cascia"). Segue la processione notturna do “Signuri a Cascia”. Il Sabato Santo, dopo la messa di risurrezione, prende il via la processione dell’Addolorata, “A Madonna o Scontru”. La “Sciaccariata” accompagna di corsa “U Gesummaria” dalla chiesa di San Sebastiano al convento dei padri Cappuccini, alla luce di tantissime fiaccole “Sciaccare” ricavati da arbusti secchi. Il giorno di Pasqua, si ripete all’alba la processione della Addolorata alla ricerca del figlio risorto (“U Giro de sette vaneddi”); l’attesa si compie a mezzogiorno con “U Scontru” quando, alla fine di una corsa sfrenata fra il lancio di fettucce e di fuochi pirotecnici, si svolge la rappresentazione dell’incotro tra Gesù e la Madonna che, lasciando cadere il suo manto, appare in tutto il suo splendore. La Settimana Santa si conclude la sera della domenica con la processione do “ Gesummaria”.

* La Festa del Patrono
La festa solenne si celebra il 20 Luglio. La sera della vigilia dopo la tradizionale "Curruta"(la statua viene portata fuori dalla nicchia dove viene conservata durante l'anno e deposta sull'altare, tra le grida e le invocazione dei fedeli), la reliquia ed il braccio argenteo vengono portati in processione per le vie principali del paese. All'alba del giorno 20 lo sparo di venti colpi a cannone richiama la gente all'affollata messa dell'alba.E' tradizione andare a questa messa in pellegrinaggio, offrendo un cero votivo. I portatori del fercolo "i nudi" sono vestiti con dei pantaloni bianchi e sul petto nudo portano un nastro rosso recante l'immagine di S.Sebastiano. Alle dodici in punto fra "Nzareddi" e fuochi d'artificio il Santo fa la sua spettacolare "nisciuta". Portato in processione rientra per uscire nuovamente la sera sull'artistico carro tirato dai bambini.

* Il Natale e i Presepi Artigianali
L'atmosfera Natalizia a Ferla, la si può vivere trasportati delle melodie del canto delle novene. I cantori, muniti di flauto, zampogna, fisarmonica girano per le vie del paese a partire dal 16 dicembre, cantando tre strofe al giorno, per nove giorni, tutta la storia della nascita di Gesù Bambino. Ogni chiesa aperta al culto svolge la celebrazione della novena natalizia che avrà culmine con la veglia di Natale la notte del 24 dicembre, con una suggestiva rappresentazione della nascita del Gesù Bambino allo scoccare della mezzanotte. Inoltre a Ferla e’ ormai consolidata la tradizione dei presepi artigianali che si svolge lungo tutto il percorso dell’ antico paese, creando una atmosfera ricca di colori e suoni. I presepi artigianali vengono allestiti da piccoli e grandi maestranze locali che, senza competizione, mostrano alla gente l’arte di fare il presepe.
 
*