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  Casteltermini
 
Casteltermini

Casteltermini venne fondata il 5 aprile 1629 per volontà del Principe Gian Vincenzo Termini che ottenne da Filippo IV di Spagna la licenza di popolare la baronia di Chiuddia (Casato arabo che si estendeva nella parte alta dell’odierno abitato) creando un centro urbano che doveva chiamarsi Casteltermini (Castello della famiglia Termini). Vi affluirono, in breve, più di duemila coloni provenienti quasi tutti da Sutera e discendenti in parte dagli antichi abitanti di Chiuddia e dai vicini casali arabi scomparsi. Si narra che, anteriormente alla fondazione di Casteltermini, una vacca che pascolava nelle vicine terre del feudo Vaccarizzo, si allontanava spesso inosservata e si dirigeva verso Est, nella campagna di Chiuddia mettendosi in ginocchio sempre nello stesso luogo. Dato che il fatto si ripeteva da vari giorni, i pastori ed alcuni passanti, sorpresi ed incuriositi, scavarono là dove si inginocchiava la vacca e trovarono una grande Croce di legno, che dall’esame chimico del Carbonio 14 fatto eseguire dal prof. Lo Verde risulta essere vecchio di ben 1972 anni. Tale avvenimento diede luogo a festeggiamenti e pellegrinaggi che, col sorgere del nuovo Comune, assunsero un aspetto più grandioso e solenne per la numerosa partecipazione dei castelterminesi, dando origine ad una tradizione costantemente rispettata. Per dare maggiore solennità alla festa in onore della Croce, gli abitanti degli scomparsi casali arabi, ripresero le antiche tradizioni ed usanze trasmesse dai loro avi. Il Tataratà (secondo la tesi sostenuta dallo studioso castelterminese dott. Paolo Lo Bue) è un riflesso della dominazione musulmana in Sicilia che testimonia il "modus vivendi" a cui pervennero arabi e cristiani dopo la conquista normanna. Gli arabi convertiti del casale parteciparono alle feste religiose, apportandovi tutto il fascino dei loro pittoreschi costumi e le loro fantasie finirono col dare la nota ed il colore alla principale ed antichissima festa religiosa del Paese. Gli abitanti convertiti del casale arabo di Chiuddia partecipavano alla Processione della Santa Croce in grande pompa coi loro capi ed eseguivano una fantasia simile a quella che si può vedere oggi nella danza eseguita dai duellanti armati di sciabola, detta onomatopeicamente "TATARATA" in quanto ripete il rullo dei tamburi che imprimono il ritmo alla danza. La festa del Tataratà, unica nel suo genere, è certamente una delle più antiche del meraviglioso folklore siciliano e si inserisce nella festa religiosa di Santa Croce che si celebra in Casteltermini la quarta domenica di maggio di ogni anno. Oggi, sulla scia dell’antica tradizione, il pellegrinaggio si svolge con una imponente cavalcata alla quale partecipano i rappresentanti delle cinque maggiori antiche corporazioni, corrispondenti ai Ceti della Maestranza, dei Pecorai, dei Borgesi, dei Bordonari e dei Celibi con circa quattrocento cavalli riccamente bardati e preceduti dai rispettivi "Palii e Stendardi".
 
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