Situato lungo la costa settentrionale dell'isola il comune di Acquedolci è bagnato a nord dalle acque del mar Tirreno e confina a sud col territorio di San Fratello, posto sulle pendici settentrionali dei Nebrodi. Il nome trae origine, probabilmente dalla spiaggia, denominata, appunto Delle Acque Dolci. Il nucleo originario del paese è costituito dal quartiere "Marina Vecchia" posto ad est dell'attuale centro. Piccolo borgo, con qualche centinaia di abitanti, in origine si raccoglieva intorno al Castello di appartenenza, in epoca feudale, del Signore di San Fratello, il quale esercitava la sua podestà baronale su tutto il territorio. Ricostruito nel 1600 il Castello venne abitato dal Conte di Palagonia e successivamente dai baroni Cupani. Lo sviluppo demografico del paese è connesso alla rovinosa frana dell' 8 gennaio 1922 che distrusse gran parte dell'abitato di San Fratello e provocò il trasferimento ad Acquedolci di circa 1500 persone. Divenuto Comune autonomo nel 1969 Acquedolci trae le sue principali fonti di reddito da un'intensiva e florida agricoltura, dovuta alla particolare posizione favorevole del territorio e caratterizzata da oliveti , da agrumeti e dalla presenza di fiorenti attività artigianali e commerciale quali la lavorazione del ferro battuto, del marmo e delle materie plastiche. Di particolare rilievo la grotta di S. Teodoro, situata a circa un chilometro dall'abitato nel territorio di Acquedolci, dove scavi remoti e recenti hanno portato alla luce resti di antichissimi insediamenti e di scheletri umani e animali risalenti al paleolitico superiore.