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    Acate - Castello Principi di Biscari
     
    Acate

    Acate (Vischiri in siciliano, dal suo nome antico) è un comune di 9.320 abitanti della provincia di Ragusa.

    Fino al 1938 il suo nome era Biscari: il cambio fu proposto dallo studioso locale Carlo Addario.

    La città è conosciuta per un episodio accaduto durante la seconda guerra mondiale e passato alla storia come il massacro di Biscari.

    Geografia


    Acate si trova nella valle del fiume Dirillo a 34 chilometri da Ragusa. È il comune più occidentale della provincia.

    Un tempo il fiume Dirillo veniva chiamato dai Romani Achates, per i ritrovamenti di pietre d'agata nel suo corso superiore.

    Storia


    Nell'acatese sono presenti tracce di vita preistorica con ritrovamento di reperti archeologici, come a Poggio Biddine relativi all'età del Bronzo.

    Nella zona ci sono tracce di siculi, romani, saraceni e bizantini, affonda in quel periodo la nascita del centro di Odogrillo, probabilmente di origine saracena. La sua etimologia potrebbe provenire dall'arabo "Wayd-Ikrilu" ovvero fiume di Acrilla e trasformandosi lasciò il suo nome alla valle del Dirillo.

    Odogrillo appare come finanziatore di Carlo d'Angiò per l'impresa di Soria, in Spagna. Entrò a far parte del feudo dei Chiaramonte e venne a far parte della Contea di Modica. Odogrillo decadde, si spopolò e sparì.

    Intorno al casale di Biscari, forse di origine greca, nacque nel 1494 una cittadina che a quel tempo si chiamava Biscari.

    Economia


    L'economia si basa prevalentemente sull'agricoltura: vigne, olivi ed agrumi. La parte vicina al mare ospita serre specializzate in primizie.

    Cultura



    Il professore universitario Enzo Maganuco è forse il figlio più illustre di Acate. A lui la cittadina ha dedicato la biblioteca comunale ed il plesso scolastico di via Neghelli.

    I Monumenti



    Sono tre i monumenti che meritano una visita ad Acate: la Chiesa Madre, il Castello, e la Chiesa di San Vincenzo.

    * La Chiesa Madre San Nicola di Bari, fu distrutta e ricostruita in seguito ai due terremoti del 1693 e 1846. Ha solo resti dell'edificio originario, tra cui gli archi della volta del coro, parte dell'abside e del transetto.
    * Sulla sommità del colle, il Castello dei principi di Biscari, costruito nel 1494, ma giunto nel rifacimento del '700, si presenta in stato di parziale abbandono: degne di nota sono le robuste carceri con doppie grate.
    * La Chiesa di San Vincenzo martire, a tre navate e ricca di stucchi, conserva il reliquiario di San Vincenzo, patrono della città, e un organo di squisita fattura.
    Altri monumenti sono: Chiesa S. Antonio Abate, Chiesa dei frati Minori Cappuccini, Chiesa del Carmine, Chiesa di S. Vincenzo.

    Ricorrenze


    In occasione della festa di San Giuseppe (19 marzo), che coincide con l'equinozio di primavera e con la festa del papà, alcune famiglie preparano "u patriarca", ovvero un altare ricoperto da lenzuola bianche ricamate su cui vengono poste le portate. Il Pranzo Sacro viene offerto alla Sacra Famiglia, impersonata da tre persone bisognose del paese.

    La festa di San Vincenzo, che dura quattro giorni fino alla terza domenica dopo Pasqua, continua un'antica tradizione cominciata nel 1722. Riveste un ruolo centrale nella festa il Palio di San Vincenzo, che si svolge in Corso Indipendenza, una delle vie principali del paese. A completare l'aspetto folcroristico della festa la presenza di sbandieratori, gruppi siciliani e il corteo storico, formato da giovani del paese in abiti del Settecento.

    Incontro della statua della Madonna in lutto per la perdita del figlio e del Cristo che porta la croce sulle spalle. Venerdì Santo a mezzogiorno presso i "QUATTRU CANTUNERI" ossia quattro canti praticamente il centro geografico del paese(vedi link feste in Sicilia).
     
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